Di Federico Tronchetti Provera
Proseguiamo la nostra analisi sui contenuti esoterici occultati nelle opere del Mantegna con il Cristo Morto. Quest’opera è quella che sembra contenere il più ampio numero di riferimenti alle tecniche iniziatiche.
Il primo particolare che salta agli occhi riguarda la posizione delle gambe del Cristo: a un’attenta osservazione è evidente che non sono appoggiate sul letto, ma sono lievemente sollevate, quasi stessero levitando. Spostando l’attenzione al volto del Cristo si nota che le sopracciglia sono lievemente corrucciate, come fosse in uno stato di profonda concentrazione anziché nella posizione rilassata che ci si aspetterebbe da un morto. Inoltre, la sua mano sinistra è atteggiata nel gesto delle “corna”. Anche il petto del Cristo è piuttosto strano, come “sdoppiato” in due.
Passando agli altri elementi del dipinto le stranezze continuano: le mani della figura femminile in primo piano in preghiera sono di colore diverso, una più chiara e una più scura; il dito indice dell’altra figura femminile piangente che tiene il fazzoletto è di una lunghezza impossibile; uno strano bricco infine è posizionato alla sinistra del Cristo.
Procederemo ora a una brevissima esegesi in chiave iniziatica di quanto abbiamo appena rilevato.
Le sopracciglia corrugate del “morto” rimandano all’intensità della concentrazione di chi stia meditando. La mano sinistra nella posizione delle corna potrebbe riferirsi a una via iniziatica di mano sinistra di stampo luciferino, mentre le corna stesse potrebbero rappresentare l’assoluta opposizione di queste tecniche iniziatiche alla Via devozionale-sentimentale del Cristianesimo exoterico. Potrebbe addirittura essere un riferimento al Cristo-Lucifero gnostico. 1
La diversità di colore delle mani della figura in preghiera è un probabile accenno al raggiunto equilibrio tra le componenti yin e yang, attive e passive: il cosiddetto equilibrio iniziatico, ciò che costituisce una delle premesse fondamentali al processo di iniziazione. Il bricco alla sinistra del Cristo è probabilmente un riferimento alla boccetta dell’elixir degli alchimisti. Le gambe sollevate e il petto “sdoppiato”, infine, rimandano allo sdoppiamento dell’iniziato che abbia separato il proprio corpo energetico da quello fisico: uno dei poteri tipici dell’iniziato, infatti, è la capacità di trasferire la propria coscienza dal corpo fisico al corpo energetico, per potere uscire coscientemente dal corpo fisico e portarsi nei piani sottili.
Resta da capire il senso del dito indice abnorme della figura che piange. Trattandosi dell’incongruenza più appariscente tra quelle citate, potrebbe essere un invito del Mantegna a non fermarsi alle apparenze e ad analizzare l’opera in profondità e nei dettagli.
È pertanto nostra opinione che quest’opera del Mantegna rappresenti un iniziato il quale, in stato di profonda meditazione, sta separando il corpo energetico dal proprio corpo fisico.
Note
1. Seconda Lettera di Pietro, capitolo 1, versetto 19: “E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e LUCIFERO si levi nei vostri cuori.”
Federico Tronchetti Provera è studioso e ricercatore di discipline iniziatiche. In particolare ha approfondito la vita e le opere di Rudolf Steiner, Giuliano Kremmerz, Julius Evola e René Guenon.