Saggi Iconologici sui Trionfi di Andrea Vitali

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Mantegna Occulto I

Breve analisi esoterica alla luce del sistema iniziatico di Rudolf Steiner

 

Di Federico Tronchetti Provera

 

 

Nei testi Teosofia, La Scienza Occulta e L’Iniziazione, l’esoterista austriaco Rudolf Steiner descrisse per la prima volta in Occidente un sistema di auto-iniziazione volto, tra le altre cose, a sviluppare quella che chiamò la “visione sovrasensibile”, cioe’ la conquista della percezione del piano sottile della realta’. Questa conoscenza venne chiamata dallo Steiner rosacruciana. Non esiste prova certa dell’ortodossia del sistema iniziatico divulgato dallo Steiner, ma ci sono alcuni indizi che sembrerebbero orientare in tal senso.  

 

Da un lato risulta interessante la presenza degli esercizi descritti da Steiner in un’importante e controversa 1 opera collettanea degli anni ‘30 del Novecento curata da Julius Evola e Arturo Reghini. Un testo senz’altro ortodosso, in cui vengono esposte sistematicamente e comparativamente varie dottrine, teorie e tecniche iniziatiche. 

 

Dall’altra parte, un altro interessante indizio sembra emergere dall’analisi di alcune opere del Mantegna. 

 

Occorre sottolineare che un fenomeno ricorrente negli ultimi due millenni è costituito dall’occultamento in piena luce della sapienza misterica e iniziatica di origine precristiana 2

 

Da quando il cristianesimo scagliò le sue legioni contro le antiche pratiche di autorealizzazione spirituale attraverso la magia, l’ermetismo e l’alchimia, i detentori di quell’antica conoscenza si inabissarono in logge e sette coperte e segrete proseguendo la loro attività nell’ombra. Conservarono e diffusero quella conoscenza all’interno di libri scritti in cifra e in manoscritti trasmessi da Maestro a discepolo, e spesso occultata in codice dentro opere d’arte e monumenti: libri scritti su tela e pietra che da secoli nascondono in piena luce antiche conoscenze iniziatiche.  

 

L’esempio più noto in tal senso sono i liberi muratori medioevali, i massoni costruttori delle cattedrali gotiche che hanno punteggiato i loro templi di enigmatiche figure: bassorilievi e sculture incomprensibili, spesso mostruosi e assai poco cristiani che svelano antichi segreti a chi possiede le chiavi per decifrarli. Si rimanda in merito all’Alchimista Fulcanelli, autore ai primi del Novecento di un’ esegesi magistrale sul simbolismo alchemico della cattedrale di Notre Dame de Paris. 

 

Vissuto nel periodo della riemergenza delle dottrine ermetiche, il Mantegna sembra in effetti aver nascosto tra i suoi quadri non poche allusioni a quell’antica e occulta Sapienza. In particolare un dipinto pare alludere al sistema iniziatico divulgato da Steiner. Si tratta di Orazione nell’Orto, conservato nel Musée des Beaux-Arts di Tours.

 

 

Mantegna

 

 

L’opera mostra l’episodio evangelico della preghiera di Cristo nell’orto di Getsemani. Tre discepoli in primo piano sono addormentati, mentre al Cristo in preghiera appare un angelo. Sullo sfondo un drappello di soldati viene guidato da Giuda verso il luogo di meditazione del Cristo. 

 

A prima vista il dipinto appare come un’opera d’arte a tema religioso classico e ortodosso, ma un particolare quasi insignificante sembra cambiare l’intero senso del quadro: il Cristo non guarda l’angelo che appare tra le nuvole, ma contempla un albero. 

 

Poiché Mantegna fu maestro di tecnica pittorica, soprattutto di prospettiva, questa strana incongruenza non può che essere stata voluta. Occorre quindi comprendere il senso di questo strano dettaglio. 

 

Tornando a Steiner, tra i vari esercizi iniziatici da lui divulgati, ve n’é uno assai importante che prevede la contemplazione di esseri appartenenti al mondo vegetale (semi, piante), mentre gli altri tre corpi dell’iniziando (fisico, astrale ed eterico 3) sono in perfetto stato di rilassamento. Lo scopo dell’esercizio è appunto la schiusura della già citata visione sovrasensibile, ovvero la percezione della componente sottile della realtà.

 

Vista alla luce di questo particolare, l’opera del Mantegna assume un significato molto interessante: l’artista (s)vela le tecniche di un sistema iniziatico antico e autentico sotto il tema religioso del dipinto. I tre discepoli che dormono rappresentano i tre corpi già citati in perfetto stato di rilassamento, mentre il Cristo svolge l’esercizio di contemplazione del mondo vegetale fino all’apparizione dell’angelo, particolare che rappresenta l’apertura della visione sovrasensibile.

 

Il contrasto tra la città sullo sfondo con la turba di soldati in arrivo, e la tranquillità dell’immagine del Cristo in contemplazione pare altresì simboleggiare il completo distacco dei sensi e del pensiero dalle preoccupazioni più grossolane e mondane da parte del soggetto contemplante.

 

 In conclusione, Mantegna fu maestro d’illusioni ottiche - come mostra anche il Cristo Morto - e visse nel cuore della riemergenza delle dottrine ermetiche. È assai probabile che facesse parte di qualche ordine iniziatico del genere Fedeli d’Amore, cui appartenne anche Dante 4.

 

È pertanto lecito ipotizzare che quelle illusioni siano ben altro che semplici divertissment a cui l’artista si sarebbe abbandonato, ma siano invece accenni velati e voluti a quell’antica vena esoterica e sotterranea che da molti secoli attraversava l’Europa schiacciata sotto il tallone dell’intransigenza clericale.

 

Note

 

1. Gruppo di Ur, Introduzione alla Magia, Roma, Mediterranee, 1983 

2. Johnathan Black, The secret history of the world, Harry N Abrams Inc; e Epiphanius, Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia, Napoli, Controcorrente, 2021.

3. Ovvero i corpi Saturnino, Lunare e Mercuriale secondo la terminologia alchemica. 

4. Per uno studio sul simbolismo esoterico occultato in Dante si veda:  V. Luigi Valli, Il linguaggio segreto dei Fedeli d’Amore, Harmakis Edizioni, 2021.

 

Federico Tronchetti Provera è studioso e ricercatore di discipline iniziatiche. In particolare ha approfondito la vita e le opere di Rudolf Steiner, Giuliano Kremmerz, Julius Evola e René Guenon.