Donatino Domini e Andrea Vitali (a cura)
La Battaglia di Ravenna
Questo volume contiene i testi delle conferenze tenute a Ravenna nella Sala Muratori della Biblioteca Classense nel settembre del 2012, in occasione delle Celebrazioni per il 500° Anniversario della Battaglia di Ravenna (11 aprile 1512)
Con il contributo della 'Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna'
Faenza, Edizioni Le Tarot, 2013
cm. 21 x 15
pp. 150 con 20 foto in b/n
Copertina in brossura editoriale
Nelle cosiddette guerre d'Italia che sconvolsero la penisola tra il 1494 e il 1530 la battaglia combattuta a Ravenna l'11 aprile 1512, tra l'esercito francese, forte di oltre 30.000 uomini, agli ordini del ventitreenne Gastone di Foix, nipote del re di Francia, e quello Ispano-Pontificio-Veneziano (i soldati della Lega Santa), formato da circa 25.000 uomini, comandati da Raimondo di Cardona, Vicerè di Napoli, occupa un posto del tutto speciale.
Descritta nei documenti diplomatici, nelle cronache cittadine e nella trattatistica politica e militare dei contemporanei come «il più sanguinoso e orribile conflitto che sia stato nei nostri tempi» (le lettere di vari testimoni oculari, riportate dal Sanudo nei Diari, parlano di circa 20.000 morti), la battaglia, per i cambiamenti profondi prodotti negli assetti istituzionali degli Stati, diede inizio ad un nuovo ciclo della storia italiana ed europea.
Un evento bellico dirompente che la moderna storiografia politica, letteraria e culturale ha spesso assunto a spartiacque della civiltà rinascimentale. Sconvolgenti novità apporta nell'arte della guerra col ricorso sistematico alle armi da fuoco e il predominio della fanteria a scapito della cavalleria. Gravi rovesci produce in campo politico.
Il «duello» che a Ravenna mette di fronte la Francia e la Spagna, nonostante la vittoria riportata sul campo di battaglia dall'esercito francese, si volgerà sul piano politico a favore della monarchia spagnola che, pur sconfitta, non tarderà ad imporre la propria egemonia sulla penisola.
Non è casuale che il fatto d' arme di Ravenna occupi un posto centrale nella Storia d'Italia del Guicciardini e nell'Arte della guerra del Machiavelli, e che l' Ariosto, che non partecipò alla battaglia, ma che forse vide pochi giorni dopo il campo di battaglia: «E vidi un morto all'altro sì vicino / Che senza premer lor, quasi il terreno / A molte miglia non dava il cammino»,lo evochi come fatto assolutamente memorabile in diversi canti dell'Orlando Furioso. Senza naturalmente dimenticare la letteratura di ambito popolare, l'iconografia sacra e profana e i numerosi documenti artistici e documentari che l'impressione dell'avvenimento bellico ha via via originato e prodotto nel corso dei secoli.
INDICE
Donatino Domini
11 aprile 1512: la battaglia che fa “epoca"
Franco Cardini
Mito e storia della battaglia di Ravenna
Sergio Valzania
La nuova guerra cinquecentesca
Andrea Vitali
La musica della battaglia
José Enrique Ruiz-Domènec
La battaglia di Ravenna: il senso storico delle immagini
Gino Benzoni
La battaglia di Ravenna: un eco di galoppi lontani
|