Saggi Storici sui Tarocchi di Andrea Vitali

Saggi dei Soci e Saggi Ospiti

Imperatore Luna e Papa Sole

Le tesi della Chiesa sulla superiorità del Papa

 

Andrea Vitali, gennaio 2011

 

 

 

Nel primo elenco manoscritto completo dei 22 Trionfi, il Sermo perutilis de ludo, qui altrove citato 1, conosciamo che la carta dell’Imperatore precedeva in fase ascensionale quella del Papa, ponendosi dopo l’Imperatrice quale numero III e prima della Papessa (la Fede) a cui seguiva il Papa come numero V.


In base al concetto della Scala 2, sulla quale è strutturato l’ordine dei tarocchi così come riportato nel manoscritto sopracitato, le figure dell’Imperatore e del Papa risultano di primaria importanza: all’Imperatore era demandato da Dio il potere temporale la cui finalità era il saggio governo degli uomini. Egli in quanto “Sol Iustitiae” doveva esercitare il potere assicurando al popolo la tranquillità del vivere, necessaria per affrontare le questioni dello spirito. Al Papa, in quanto detentore del potere spirituale, era invece assegnato il compito di guidare gli uomini in questo cammino spirituale.


La presenza dell’Imperatrice accanto al consorte è motivata dall’adesione ai dettami dell’Antico Testamento (I Libri Poetici e Sapienziali), in particolare al Libro dell'Ecclesiaste (Capitolo 1): “Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme”, l’insegnamento per cui ciascuno non deve vivere solo sotto l’astro del Sole è espresso con queste parole”; (Capitolo 4): [9] Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. [10] Infatti, se vengono a cadere, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. [11] Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi? [12] Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto”.  Questi dettami, compreso il principio di lealtà reciproca, dovevano pertanto essere applicati in primis dall’Imperatore, al cui esempio il popolo era ispirato a conformarsi. Ovviamente, la figura dell’Imperatrice, in quanto detentrice di un potere inferiore a quello dell’Imperatore, nell’ordine dei Trionfi e quindi della Scala, precedeva quella dell’Imperatore.

 
Nel contempo, la Papessa, quale significazione della Fides, precedeva il Papa poiché era da questo che le sue verità essenziali venivano definite e alimentate ex cathedra 3.

 

Se l’Imperatrice doveva lealtà al consorte - ogni forma di tradimento in questi termini veniva considerato un reato non solo verso il consorte, ma verso Dio – ogni “perdita di fede” in quanto negazione di quella lealtà che si doveva alla propria religione, era vissuta come un tradimento verso colui che i principi di fede aveva enunciato, cioè il Papa. 

 

Per comprendere il perché l’Imperatore preceda il Papa nell’ordine dei Trionfi, manifestandosi pertanto figura inferiore, occorre prendere in considerazione il pensiero della Chiesa del tempo che per avvalorare tale superiorità si rivolse principalmente ai dettami degli Evangeli.


Francesco Bordoni, Padre Provinciale dell’ordine francescano bolognese, riassunse a questo proposito le posizioni universali e storiche della Chiesa nel quarto volume della sua opera pubblicata a Lione nel 1665 dal titolo R. P. M. Francisci Bordoni Parmensis, Religionis Tertiis Ordinis, Sancti Francisci, in Provincia Bononiensi Provincialis, & S. Officij Consultoris. Operum Tomus Quartus. Nel terzo suo intervento, dei quattro che compongono l’opera, intitolato “Theatrum Praecedentiae & Maioritatis”, accanto alle molteplici “Queres” (domande) di “precedenze” (ad esempio: È il Papa superiore ai Santi e ai Beati?; Quale tipo di nobiltà [di virtù o di sangue] detiene il diritto di precedenza?; ecc.) alle quali seguono le specifiche risposte (Resp.), è presa in considerazione alla Queres 42 se “An Papa sit maior omnibus, & preaferatur etiam Imperatori?” 4. La risposta immediata è la seguente: “Affirmative. Primum probator, tum quia Papa omnia potest”. Per provare il motivo per cui il Papa può ogni cosa, l’autore fa ricorso alle parole rivolte da Cristo a Pietro (Mt, 16.19) quali promessa del primato: “A te darò le chiavi del regno dei cieli e ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.


Senza prendere in esame l’intero trattato a sostegno di questa affermazione, ci soffermeremo sul seguente passo alquanto significativo:


“Imperatore maior, & dignior est Papa, quod probatur, tum ex allatis mox rationibus. Tum quia Papa est Magister, Pastor, & Pater omnium. Imperator vero filius est Ecclesia; ac Summi Pontificis illius capitis, & Sponsi, filius autem discipulus, et ovis subsunt patri, magistro & pastori, ergo & Imperator Papae. Tum quia ille est maior & praestantior alio, qui dignitatem recipit immediate à Principe ex allegatis in praecedentibus: sed Papa à Deo Pontificium recipit immediatèImperator vero ab homine, & exercitu. Tum quia Imperator iuramentum non tam fidelitatis, quam vassalitatis praestat Ecclesiae, & eius capiti Summo Pontifici, ergo minor est Papa. Tum quia Imperator non potest ligare Papam, nec alium Ecclesiasticum, nec iudicare, utique vero Imperatorem Papa ligare potest, & iudicare, nam Innocentius Arcadium Imperatorem, qui consenserat in exilium Sancti Ioannis, Chrysostomi, excommunicavit, iudicat ergo & ligat Papa Imperatorem. Tum quia Papa & Imperator figurantur in duobus luminaribus Solis, & Lunae, ubi dicitur, quod sicut Luna subest Soli, à quo lumen etiam recipit, ita & Imperator repraesentatus per Lunam subest Papae figurato in Sole, à quo sicut Luna recipit suum lumen, item & Imperator à Papa accipit potestatem imperialem, ut multis probavi in Sacro Tribunali cap. qu. 10. Tum quia dicitur, quod Ecclesia duos habet gladios, iuxta mentem Sacri Evangelis Luca: 22, Domine ecce duo gladij hic. Spiritualem & temporalem, & hic subest illi, quibus spirituali nempe regit animam corpore pretiosiorem, & temporali gubernat corpus cuiuscumque viventis, inferius anima, & hunc gladium temporalem Papa communicat Imperatori & Regibus, aliisque Principibus, ex quo tribunal Papae maius est tribunali Imperatoris, & quandoque Imperiali auctoritate determinat. Tum quia Papa infringit iniquas sententias, & iudicia iniusta Imperatoris, & RegumQuod non potest facere, si illis non esset maior, & superior. Tum quia Papae iurisdictio est prior imperatorisHinc deducitur, Papam esse maiorem Regibus argumento ab Imperatore desumpto, si enim Imperator est inferior Summo Pontifice, à fortiori Reges, qui minores sunt Imperatore” 5.


Traduzione


Il Papa è più potente e più degno dell’Imperatore, come si dimostrerà tra breve dalle spiegazioni qui riportate. Perché il Papa è Maestro, Pastore e Padre di tutti. Invero l’Imperatore è figlio della Chiesa, del Sommo Pontefice suo capo e Sposo, figlio nonché discepolo, e il gregge essendo sottoposto al padre, maestro e pastore, fa sì che l’Imperatore [sia soggetto] al Papa. Perché egli è maggiore e insigne più di ogni altro che riceve direttamente la dignità dal Principe che è stato precedentemente delegato [a questo incarico]: ma il Papa riceve direttamente da Dio il Pontificato. Invero l’Imperatore riceve [la nomina] dagli uomini e dall’esercito. Ecco perché l’Imperatore presta alla Chiesa e al suo capo Sommo Pontefice giuramento non tanto di fedeltà quanto di vassallaggio; per la qual cosa egli è inferiore al Papa. Perché l’Imperatore non può obbligare il Papa, né altro Ecclesiastico, né giudicare, mentre il Papa può in ogni caso obbligare l’Imperatore e giudicare; infatti, Innocenzo scomunicò l’Imperatore Arcadio che era concorde sull’esilio di San Giovanni Crisostomo; pertanto [il Papa] giudica e costringe l’Imperatore. Perché il Papa e l’Imperatore sono raffigurati nei due luminari Sole e Luna, come si dice, poiché come la Luna è soggetta al Sole dal quale riceve anche la luce, così l’Imperatore, rappresentato dalla Luna, è sottoposto al Papa raffigurato nel Sole, dal quale, come la Luna riceve la sua luce, così l’Imperatore riceve il potere imperiale, così come dimostrai molte volte nel Sacro Tribunale al capitolo cinque, questione decima. Ecco perché si dice che la Chiesa ha due gladi [spade], conformemente al Sacro Vangelo - Luca: 22, O Signore, ecco qui due gladi - Spirituale e temporale e questo sottosta a quello, allo spirituale precisamente regge l’anima [che è] più preziosa del corpo e al temporale governa il corpo di ciascun vivente che è inferiore all’anima, e il Papa trasmette questo gladio temporale all’Imperatore, ai Re e agli altri Principi, per cui il tribunale del Papa è maggiore del tribunale dell’Imperatore e ogniqualvolta fissa con legittimità all’Imperatore [i suoi poteri]. Perché il Papa rompe le inique sentenze e gli ingiusti giudizi dell’Imperatore, e dei Re. Ciò non potrebbe fare se egli non fosse più potente e superiore. Perché la giurisdizione del Papa è maggiore [di quella] dell’Imperatore. Da cui si deduce che il Papa è superiore ai Re secondo quanto argomentato nei riguardi dell’Imperatore: se infatti l’Imperatore è inferiore al Sommo Pontefice, a maggior ragione [il Papa è superiore] ai Re, che sono inferiori all’Imperatore”.

 

Note


1.
Si veda La Scala Mistica nel Sermo de Ludo.
2. Sul concetto della Scala si veda La Scala Mistica e il paragrafo "L'Armonia Celeste"  in La Storia dei Tarocchi.
3. La Fede, in senso esteso, è propriamente intesa come il credere in concetti e dogmi, assunti in base alla sola convinzione personale o alla sola autorità di chi ha enunciato tali concetti o assunti, al di là dell'esistenza o meno di prove pro o contro tali idee e affermazioni.
4. Lugduni, Sumptibus Ioannis-Antonii Huguetan, & Marci - Antonii Rauaud,  M.DC.LXV. [1665], p. 547.

5. Ibidem, p. 548.

 

 

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